11 aprile: Giornata Mondiale del Parkinson

 

WORLD PARKINSON’S DAY 11 APRILE 2024

“Il Terapista Occupazionale accoglie la persona costruendo una relazione empatica di fiducia, di ascolto, di sostegno e si impegna, attraverso un ragionamento clinico olistico, ad osservare e valutare l’ambiente di vita, gli interessi, i desideri, i bisogni, le capacità, le risorse ed i limiti per proporre un piano di trattamento specifico (individuale o di gruppo) in grado di stimolare e rimotivare la persona nella partecipazione alle varie attività della vita quotidiana, mantenendo o restituendo senso alle sue abitudini e ai suoi ruoli.” (Fonte: Linee guida per la Terapia Occupazionale nella Riabilitazione della Malattia di Parkinson)

La terapia occupazionale è una disciplina di tipo riabilitativo che ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo, il recupero o il mantenimento delle abilità/competenze legate alla vita di tutti i giorni nonché alla vita lavorativa di persone colpite da una qualche forma di disabilità. Nella pratica essa pone l’attenzione su tre grandi ambiti della vita quotidiana:

  1. Vivere/assistere: tutte le attività correlate alla cura personale, alla mobilità funzionale in casa e all’esterno, alla pulizia della casa o alla cura dei familiari e degli animali domestici
  2. Lavoro: inteso sia come attività retribuita sia di volontariato
  3. Tempo libero: hobby, uscite, relazioni sociali

Il terapista occupazionale osserva le problematiche che possono presentarsi in queste tre aree e individua le modalità più corrette per compensare o ridurre tali difficoltà in modo da rendere il compito più semplice. Azioni che coinvolgono naturalmente anche il familiare o il caregiver che assiste il malato. Gli interventi saranno diretti a:

        migliorare o mantenere le abilità durante lo svolgimento delle attività

        applicare suggerimenti, abilità compensative e strategie durante l’esecuzione delle attività

        aumentare l’intuizione, la consapevolezza, la conoscenza e la comprensione della persona riguardo agli effetti che ha la malattia nelle attività di tutti i giorni per poter affrontare adeguatamente le limitazioni attuali e future nelle attività quotidiane (autogestione).

Gli interventi di terapia occupazionale sono finalizzati a mutare gli aspetti della persona, dell’attività e dell'ambiente. Le opportunità di cambiamento differiscono per persona e per situazione. Gli interventi sono di solito organizzati anche per andare incontro ai problemi che riguardano il caregiver, in quanto la sua consapevolezza, il suo benessere e le sue abilità sono spesso prerequisito per la performance occupazionale della PwP.

La performance occupazionale avviene attraverso un’interazione dinamica e sintesi della persona, dell'occupazione e dell'ambiente. Si ha una performance occupazionale ottimale quando c'è un buon equilibrio tra i desideri e le abilità dell'individuo, e le richieste dell'occupazione e dell'ambiente. La malattia di Parkinson destabilizza questo equilibrio, ed è necessario l’adattamento a livello della persona, dell'occupazione o dell’ambiente al fine di ottenere un nuovo equilibrio. Il terapista occupazionale supervisiona la PwP in questo processo di cambiamento per ottimizzare la performance occupazionale.

L'importanza degli obiettivi generali e degli interventi può variare al progredire della malattia:

        Quando PwP ha ancora poche limitazioni ed è in grado di svolgere le attività desiderate autonomamente, il terapista occupazionale può fornire informazioni e consigli sui modi per mantenere o migliorare la performance occupazionale quotidiana.

        Quando è richiesta l'assistenza nello svolgimento (di parti) dell'attività, il focus principale dell’intervento è sul training delle strategie di compenso che il PwP può impiegare personalmente o con la supervisione del caregiver. Se è necessario, questo avviene in combinazione con la semplificazione della performance del compito o modificando l'ambiente. Può anche essere necessario modificare lo schema delle attività nella giornata per consentire alla PwP di continuare a trascorrere i suoi giorni in modo significativo, in relazione alle sue abilità.

        Quando la malattia di Parkinson progredisce nasce una maggiore necessità di ausili, adattamenti e cura da parte di terzi. Gli interventi di terapia occupazionale si concentrano quindi maggiormente sul fornire consulenza rispetto agli adeguati adattamenti ambientali e sulla consulenza ai caregiver rispetto alla supervisione e alla cura del paziente durante le attività quotidiane.

La terapia occupazionale può fare la differenza nella gestione delle difficoltà connesse alla malattia sia in fase di esordio della stessa sia più avanti. Il tremore, La rigidità, o le discinesie, sintomi tipici nelle varie fasi del Parkinson, possono influenzare le attività quotidiane che richiedono l’uso delle mani come, per fare qualche esempio:

        abbottonare una camicia

        
lavarsi

        allacciare le scarpe

        inserire la tessera nel bancomat

        scrivere

        truccarsi

        bere un caffè

        andare al bagno

        aprire un barattolo

        allacciare una collana o un bracciale

        inserire la chiave nella serratura

        preparare un pasto

Il terapista Occupazionale cerca di risolvere un problema connesso al movimento. Prende visione di un’azione specifica che crea problemi, cerca di capire dove si rivela difficile e individua delle soluzioni che rendono il compito più semplice. Naturalmente ciascuna soluzione deve essere personalizzata perchè ciascun sintomo si presenta in maniera diversa da paziente a paziente. L’intervento potrebbe quindi prevedere esercizi per il miglioramento della coordinazione o della prensione oppure il ricorso ad ausilii specifici.

Mentre l’attività motoria si concentra sul movimento nel suo complesso la terapia occupazionale si concentra nel migliorare delle abilità specifiche connesse alle attività quotidiane. La parola chiave è “funzione”, ovvero si guarda ai singoli movimenti come connessi ad una funzione: ad esempio se c’è un problema di equilibrio il terapista occupazionale cerca di capire come garantire/migliorare l’equilibrio nel momento in cui ci si deve infilare le calze o allacciare le scarpe.

Il terapista occupazionale si preoccupa inoltre di mettere in atto, qualora si rendesse necessario, l’intervento di abbattimento delle barriere architettoniche ovvero aiutare a rendere la casa e gli spazi utilizzati dal malato di Parkinson più sicuri per l’esecuzione delle normali attività quotidiane. Di fronte a problemi di equilibrio e rischio cadute ad esempio, può essere consigliato di prevedere corrimano lungo i muri, maniglie di sicurezza e tappeti antiscivolo nella doccia, nel caso in cui siano presenti scale molto impegnative, un montascale. In un contesto di sviluppo come quello attuale, laddove ci sia già l’abitudine all’utilizzo di dispositivi tecnologici potrà essere consigliato anche il ricorso agli assistenti vocali, come Siri per Apple, Alexa per Amazon o ancora l’installazione di altri kit di gestione intelligenti (luci, temperatura, serrande…) che possono essere comandati dal cellulare e migliorare di fatto lo svolgimento di molte azioni quotidiane.

Esempi di possibili interventi di abbattimento delle barriere architettoniche e miglioramento dell’accessibilità e fruibilità degli ambienti per la persona malata di Parkinson sono:

       Creare percorsi senza ostacoli di cammino e svolta per le persone con freezing

       Rimuovere gli ostacoli che costituiscono un rischio per la caduta;

       Impostare promemoria visivi, strutturazioni e una panoramica, della disposizione degli spazi e oggetti per le persone con problemi cognitivi;

       Riorganizzare lo spazio e gli oggetti sulla base di principi ergonomici per le persone affaticabili;

       Istallare suggerimenti visivi in luoghi dove è importante;

       Creare punti di appoggio o possibilità di sedersi durante le attività per le persone con ridotto equilibrio;

       Aumentare l’altezza per facilitare i trasferimenti e portare attenzione alle dimensioni ergonomiche e sostegni appropriati forniti dai mobili;

       Raccomandare materiali, adattamenti e ausili specifici;

       Rendere gli oggetti più pesanti o più leggeri;

 

Il terapista occupazionale si preoccupa inoltre di informare la PwP circa la routine delle attività giornaliere per aumentare la soddisfazione nell’occupare il tempo e per ottimizzare le oppurtunità di coinvolgimento e partecipazione in performance occupazionali significative.

IL terapista occupazionali informa la PwP (fatica cronica) dei principi di conservazione dell’energia nell’uso del tempo e l’organizzazione delle attività quotidiane

 

La CdA dei Terapisti occupazione dell’ordine TSRM e PSTRP di Perugia e Terni